Contro l’ennesimo vertice dei governanti di 7 di alcune delle grandi potenze che affamano e opprimono il mondo, almeno 600 persone sono scese in piazza a Lucca il 10 aprile , rispondendo all’appello della coalizione “Toscana contro il G7”.
La questura di Lucca aveva vietato di manifestare all’interno delle mura storiche dell’antica città toscana ed è quasi superfluo dire che la piccola città toscana era letteralmente militarizzata come mai lo è stata.
Le porte della città erano presidiate da centinaia di celerini e carabinieri pronti a intervenire contro chiunque avesse voluto in qualche modo mettere in discussione il divieto.
Come Coordinamento Anarchico e Libertario Firenze abbiamo aderito alla manifestazione di Lucca e insieme ad alcuni compagni anarchici, e/o aderenti all’USI di Pisa, Firenze e Lucca, abbiamo dato vita ad una visibile presenza dentro al corteo (bandiere rossonere, nero-viola e del sindacato libertario USI-AIT). Era importante essere presenti e garantire una voce di dissenso più forte possibile a fronte di una ostentata arroganza di coloro che si spartiscono il Mondo, lo affamano con l’economia, lo distruggono con la guerra, e costringono milioni di persone a lasciare la propria terra per affrontare l’inferno dell’emigrazione nei paesi capitalisticamente più ricchi, con un futuro che ha solo due possibilità: lo sfruttamento più brutale e arcaico o la morte.
Per chi è venuto in treno da Firenze, Pisa, Carrara, Livorno e altre località c’è stato un lunghissimo primo corteo – chilometri e chilometri sotto il sole intorno alle mura storiche lucchesi – per raggiungere il piazzale dove si concentrava il corteo ufficiale.
Una volta riuniti i due spezzoni della manifestazione siamo partiti nel percorso sempre lungo le mura.
Presenti in forze le realtà toscane dell’area antagonista e varie realtà occupate; più ridotta la presenza di USB, l’Unione Inquilini, Rifondazione, Partito Comunista e altri.
A porta San Jacopo la parte più vivace e giovanile del corteo si è diretta verso la porta decisa in qualche modo a sfidare il divieto e a urlare la propria rabbia.
Qualche decina di persone dietro una fragile rete di protezione ha cominciato a far pressione sul muro di scudi e manganelli che “proteggeva” la porta dell’antica città.
Era evidente il carattere meramente simbolico dell’azione e che per contrastarla non ci sarebbe stato bisogno di alzare un manganello.
Come si poteva infatti ipotizzare che quelle poche decine di persone potesse vincere la contro-pressione di un numero decisamente maggiore di celerini e carabinieri?
Ciò nonostante è immediatamente partita una prima carica violentissima. Molte persone son cadute per terra prese a calci e manganellate, altre son state rincorse per i prati e percosse, mentre si operavano i primi
fermi di qualche compagno sanguinante.
Quindi una piccola pausa in cui tutto il corteo era costretto ad arretrare pur cercando di mantenere il più possibile la posizione.
Poi la seconda carica, anch’essa violentissima, che coinvolgeva a più ondate tutto il corteo costringendo tutti a una fuga precipitosa.
Chiunque capitava sulla strada degli uomini in divisa veniva travolto, buttato a terra, manganellato o preso a calci.
Quando la fuga di circa 500 metri è terminata e il corteo si è ricompattato a distanza dagli uomini con scudo e manganello, tanti, veramente tanti erano i manifestanti contusi o feriti.
Si ripartiva in corteo ma quando si stavano per riguadagnare i viali intorno alle mura ci si trovava chiusi tra due schieramenti di celerini e carabinieri minacciosi.
Si era quindi costretti a fermarsi, decisi comunque a rimanere compatti in strada.
Poi si poteva ripartire sui viali e raggiungere la stazione ferroviaria.
Intanto era arrivata la notizia che 3 compagni erano stati fermati e portati in questura.
Tra questi un nostro compagno del Coordinamento Anarchico e Libertario che aveva subito varie manganellate e percosse tra cui una manganellata alla testa per cui sono stati necessari alcuni punti di sutura.
I compagni hanno deciso quindi di mantenere il presidio e il blocco del traffico fino a liberazione di tutti i compagni fermati, che è terminata intorno alle nove di sera.
I 3 compagni sono stati denunciati per resistenza, ma entro i due giorni seguenti i denunciati erano diventati 7 e sembra che il numero sia destinato a salire.
Questo G7 lascia dunque sul campo una nuova scia repressiva contro chi tenta, in qualche modo, di contestare i padroni del mondo.
A questa scia repressiva una risposta unitaria dei movimenti toscani e delle aree politiche di alternativa.
Claudio – Firenze